Gianluigi Paragone si è scagliato contro il virologo Roberto Burioni. Al senatore non è andata giù una delle proposte fatta dal medico per la fase 2 dell’emergenza coronavirus. In particolare ciò per cui ha manifestato forte dissenso è stata l’idea che possa essere messa in atto una sorta di task force mirata a evitare la diffusione di fake news relativamente al Covid-19. Intento nobile, ma che nelle visioni più negative potrebbe essere assimilata ad una limitazione del quarto potere. Si schiera in questo solco proprio Gianluigi Paragone.
La proposta di Burioni arrivata su Medical Fatcs
Roberto Burioni, sul sito di cui è direttore scientifico ossia Medical Facts, ha elaborato una serie di proposte finalizzate a disciplinare, eventualmente, quello che viene definito periodo di transizione dalla pandemia all’endemia. Quello che fa inferocire Paragone è il passaggio che riguarda la stampa al punto numero 5. Ecco il testo:
5) Condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione facilona o addirittura negazionista (utilizzando anche l’esperienza sul campo nel rapporto medico-paziente).
Paragone contro Burioni
Il pensiero non trova l’approvazione di Gianluigi Paragone. Su Facebook il senatore lancia un altro articolo proveniente dal suo sito. “Tutti noi – si legge- per dire qualcosa dovremo passare sotto l’approvazione del Ministero della Verità, lui invece può dire castronerie senza limiti?”.
Quel quinto punto citato da Burioni è, secondo Il Paragone, “una seria minaccia alla libertà di stampa.
Particolarmente indicativo è inoltre il pensiero che il senatore affida al post di Facebook in cui invita i suoi followers a leggere l’articolo. “Dopo le restrizioni e l’App di tracciamento ora – si legge – arriva anche la Censura. E da che pulpito poi”.